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A lavoro ci chiedono sempre di essere proattivi, anche in un ambiente dove la proattività è una qualità inutile e la resistenza al cambiamento del contesto è spoporzionata. Allora domandatevi coscienziosamente prima di volere una persona nel vostro team se volete una persona proattiva, perchè se volete una macchina sportiva a tutti i costi poi non lamentatevi se vi costringe ad un testa coda alla prima curva. Esistono infatti due sfere della nostra vita: la sfera della preoccupazione, costituita da tutte le cose che dovrebbero essere cambiate ma che non è in nostro potere cambiare, e la sfera di influenza composta da tutti gli ambiti in cui davvero possiamo fare la differenza. Le persone reattive sono ossessionate dalla loro sfera di preoccupazione, sentono di “non riuscire”, si dimostrano impotenti e danno scarso apporto. La loro vita molto probabilmente trascorre tra mugugni e lamenti. Le persone proattive, con spirito d’iniziativa, si concentrano invece su tutto ciò in cui possono influire, sia esso piccolo o grande, e agiscono di conseguenza. La loro vita è apporto, miglioramento, avventura e come tali vanno soddisfatte e messe nelle condizioni poter agire al meglio.
Finisco di scrivere con una bellissima citazione.

“La proattività significa che, come esseri umani, siamo responsabili delle nostre vite. La nostra condotta è in funzione delle nostre decisioni, non delle nostre condizioni. Possiamo subordinare i sentimenti ai valori. Abbiamo l’iniziativa e la responsabilità di far sì che le cose succedano”
– Stephen Covey